Mondo techno by Andrea Benedetti

Mondo techno by Andrea Benedetti

autore:Andrea Benedetti [Benedetti, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Music, Genres & Styles, Electronic
ISBN: 9788831268912
Google: jkq5zwEACAAJ
Amazon: B0BZJ9W9J5
editore: Agenzia X
pubblicato: 2023-07-15T09:53:53+00:00


Pietro Grossi

Nell’ambito della musica popolare italiana, soprattutto rock, l’utilizzo di strumentazione elettronica è sempre stato presente, ma in maniera minore rispetto ad altre nazioni dove invece queste sonorità sono state fonte di sperimentazione ben più profonda. Basti pensare alle produzioni di gruppi famosi come Genesis, Pink Floyd e Yes o quelle della scena tedesca degli anni settanta (Can, Faust, Popol Vuh, Tangerine Dream e Kraftwerk) per renderci conto di come i nostri musicisti rock degli anni sessanta e settanta non abbiano praticamente mai seguito la via dell’elettronica come strumento di ampliamento del loro sound.

Uniche mirabili eccezioni sono state le produzioni di alcuni artisti musicalmente molto aperti che con le loro sperimentazioni sono stati anche ripagati da un notevole successo di pubblico: Franco Battiato, Demetrio Stratos e Krisma.

Battiato, sin dal 1972, anno del suo esordio con l’album Fetus, ha contaminato con il suono dei sintetizzatori la sua ricerca musicale fra pop e avanguardia, raggiungendo livelli inaspettati di fusione fra elementi di diverse culture musicali (oriente e occidente) e diventando un fulgido esempio di musica pop capace di rischiare e affascinare allo stesso tempo.

Ben più radicale è stata l’opera di Demetrio Stratos, cantante degli Area, geniale gruppo jazz rock (e non solo) italiano, che nei suoi lavori solisti è riuscito a coniugare immediatezza rock e sperimentazione tecnica estrema, collaborando con personaggi come John Cage e Andy Warhol.

Altri sperimentatori elettronici della scena italiana sono stati sicuramente i Krisma, formati da Maurizio Arcieri e Christina Moser. Arcieri, ex New Dada, mod band italiana piuttosto famosa negli anni sessanta, conosce la Moser a un concerto e insieme formano i Chrisma (divenuti poi Krisma). Sin dal loro esordio del 1977, Chinese Restaurant, il duo si propone come una delle poche formazioni italiane (se non l’unica) veramente elettroniche, una scelta dettata sia dalla passione profonda di Arcieri per i nuovi strumenti elettronici del tempo, sia per una sincera adesione all’estetica punk e new wave inglese. Seguendo queste linee guida, i Krisma sono anche riusciti a entrare nell’immaginario collettivo e nelle classifiche di vendita italiane con brani storici come Lola, Miami e Many Kisses, quest’ultimo eseguito anche all’Arena di Verona all’interno di uno dei primi Festivalbar. Dopo il successo, il gruppo ha sempre rifuggito le facili scappatoie trash pop delle major divenendo un’icona della musica pop elettronica italiana e abbracciando alla propria maniera l’estetica techno.

Seppur significative, le produzioni di questi tre artisti non erano certo sufficienti a contrastare la schizofrenia della classifica musicale italiana che si divideva fra Gianni Nazzaro e i Genesis e cioè tradizione melodica nazional-popolare contro passione rock esterofila che nascondeva però pericolosi atteggiamenti conservativi.



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